Bisogna avere ancora un caos dentro di sé per partorire una stella danzante.
Tutti possiamo essere una stella danzante. Se solo seguissimo la nostra vera natura, se solo prestassimo ascolto a quel bambino che teniamo prigioniero dentro noi stessi: lui non ha bisogno di tradizioni, modi di fare imposti dalla società, sovrastrutture di ogni sorta; è felice senza capire il perché. Vive immerso in un caos che non stordisce, ma è un universo di opportunità. A detta di Friedrich Nietzsche, Solo in questo universo può nascere una stella diversa dalle altre: quelle che vediamo nel cielo sembrano fisse, quella nata nel caos è speciale, danza nella notte.
L’uomo è una fune tesa fra l’animale e il Superuomo, una corda sopra l’abisso.
L’uomo è in uno stadio intermedio: da una parte trova quell’animale che potrebbe prendere in ogni momento il sopravvento su di lui; dall’altra invece il Superuomo, che ha la capacità di sorgere in un uomo speciale, che è capace di abbracciare il non-sense della vita, il caos che lo circonda ed è disposto a cancellare un passato che non crea alcun tipo di nostalgia. L’uomo può tendere all’animale quando è mosso dagli istinti, al Superuomo quando è conscio della possibilità di rigettare i vecchi valori. Ma l’uomo è una fune tesa, che rischia di spezzarsi. E se questo dovesse succedere? Precipiterebbe in un abisso senza fondo dove perdersi per sempre.
Diventa ciò che sei!
Un’esortazione a divenire noi stessi, a non ascoltare il vociare della gente che ci vorrebbe come essa desidera. Non dobbiamo confonderci nella massa rassicurante, secondo Nietzsche, ma brillare di luce propria. Essere sé stessi prevede una immensa dose di coraggio: chi trova sé stesso è spesso solo perché non segue le regole imposte da società antiche e nuove.
Innocenza è il fanciullo e dimenticanza, un ricominciare, un gioco, una ruota che gira su se stessa, un primo moto, un santo dire di sì.
Ritrovare sé stessi significa riscoprire la nostra fanciullezza, quella che permette di vivere con più spensieratezza, quella che non vede in una momentanea disfatta una fine ma un modo per ricominciare più forti di prima, quella che accetta tutto quello che viene con grande entusiasmo. Dimenticare è un altro passo per la felicità: restare legati al passato disturba e distrugge il presente.
Che cos’è per l’uomo la scimmia? Un ghigno o una dolorosa vergogna.
La maggior parte degli uomini non accetta di discendere da una scimmia. Se ciò fosse vero, crollerebbe la tesi cristiana secondo cui l’uomo è stato “creato a immagine e somiglianza di Dio”. Inoltre, non viene accettato il fatto che in noi convivono istinti diversi, comuni però a tutti gli animali del pianeta. Non solo alle scimmie.
Da quando vi sono uomini, l’uomo ha gioito troppo poco: solo questo, fratelli, è il nostro peccato originale!
L’uomo non ha ancora scoperto la gioia di stare al mondo che, per Nietzsche, coincide col vivere nel presente, senza pensare al futuro né tantomeno al passato: due dimensioni temporali che procurano ansie e sofferenze. Solo quando l’uomo imparerà a stare fermo nell’istante, tutto gli sembrerà più bello e degno di essere vissuto. Il peccato originale è quindi quello di non aver mai saputo essere veramente felice, non quello di aver dato ascolto a Dio: la religione cristiana non ha fatto altro che rinchiudere l’uomo in una gabbia dove da una parte vi è il passato di popoli peccatori e dall’altra un futuro nel paradiso.
Vi scongiuro, fratelli miei, rimanete fedeli alla Terra, e non prestate fede a coloro che vi parlano di speranze ultraterrene! Si tratta di avvelenatori, che lo sappiano o meno.
Invettiva di Nietzsche contro i preti. Loro sono gli avvelenatori dei pozzi della scienza: da questi si sono abbeverate numerose persone, che non riescono più a capire qual è il vero volto della realtà. L’uomo deve restare umano, senza lasciarsi confondere da chi promette un paradiso in cui perdere la propria forma terrena. La vera felicità risiede nel mondo, è dentro ogni uomo, non va ricercata altrove.
Ogni “così fu” è un frammento, un enigma, una casualità orrida − fin quando la volontà che crea non dica anche: “ma così volli che fosse!”
Il passato non può essere cambiato e questo crea un senso di impotenza nell’uomo, che non riesce più a gustare appieno il presente. Ogni cosa successa non deve pesare come un macigno, ma deve essere concepita come qualcosa che si è deciso di fare perché in quel preciso momento si credeva che fosse la cosa giusta. Solo così l’uomo può vivere senza i fantasmi del passato che sempre affliggono.
Erano gradini per me, li ho saliti; a tal fine ho dovuto oltrepassarli. Ma quelli credevano che volessi riposarmi su di loro.
Bisogna avere il coraggio di superare le convenzioni che ci sono state imposte: esse sono come degli scalini che, a uno a uno, devono essere superati. Una volta che ci si trova sull’ultimo, non bisogna prendere fiato, ma è necessario che si vada oltre per trovare nuovi valori. Attraverso la volontà di potenza, l’uomo può superare sé stesso e dar vita a una nuova umanità fatta di individui autentici.
Le vostre debolezze sono salite al cielo delle virtù.
A detta di Nietzsche, la religione cristiana ha commesso l’errore di rendere nobili le debolezze dell’uomo: solo diventando il più grande miserabile, l’uomo può oltrepassare le porte del paradiso.