11 settembre 2001, frasi celebri su attentati e Torri Gemelle
Dicono: «Bene. Agli americani gli sta bene». E sono molto molto, molto arrabbiata. Arrabbiata d’ una rabbia fredda, lucida, razionale. Una rabbia che elimina ogni distacco, ogni indulgenza. Che mi ordina di rispondergli e anzitutto di sputargli addosso. Io gli sputo addosso (O. Fallaci, La rabbia e l’orgoglio)
Even the smallest act of service, the simplest act of kindness, is a way to honor those we lost, a way to reclaim that spirit of unity that followed 9/11 ‘Anche il minimo gesto di servizio, il più semplice atto di gentilezza sono un modo per onorare coloro che abbiamo perso, per rivendicare quello spirito di unità che seguì l’11 settembre’ (B. Obama, discorso per ricordare le vittime dell’11 settembre – 11/09/2011).
Il cuore dell’uomo è un abisso da cui emergono a volte disegni di inaudita ferocia, capaci in un attimo di sconvolgere la vita serena e operosa di un popolo. Ma la fede ci viene incontro in questi momenti in cui ogni commento appare inadeguato. La parola di Cristo è la sola che possa dare una risposta agli interrogativi che si agitano nel nostro animo. Se anche la forza delle tenebre sembra prevalere, il credente sa che il male e la morte non hanno l’ultima parola (Papa Giovanni Paolo II, Udienza generale – 12/09/2001).
On September 11 I always take the day off. I want to be in a peaceful quiet place praying. It is a day I both mourn and celebrate ‘L’11 settembre mi prendo sempre un giorno libero. Voglio stare in un posto tranquillo e silenzioso a pregare. È un giorno in cui piango e celebro’ (Genelle Guzman-McMillan, sopravvissuta all’11 settembre).
The attacks of September 11th were intended to break our spirit. Instead we have emerged stronger and more unified. We feel renewed devotion to the principles of political, economic and religious freedom, the rule of law and respect for human life. We are more determined than ever to live our lives in freedom ‘Gli attacchi dell’11 settembre avevano lo scopo di spezzare il nostro spirito. Ne siamo usciti invece più forti e uniti. Proviamo una rinnovata devozione ai principi della libertà politica, economica e religiosa, dello stato e del rispetto della vita umana. Siamo più determinati che mai a vivere le nostre vite in libertà’ (R. Giuliani, sindaco di New York fino ai tempi dell’attentato, discorso in ricordo delle vittime – 31/12/2001).
Frasi sull’11 settembre 2001: pensieri e riflessioni sul terrorismo
Anche l’Occidente in realtà è colpevole del terrorismo poiché il terrorismo nasce dalla sopraffazione, e la violenza non reclama che violenza. Nessun popolo che abbia costruito la sua civiltà sui soprusi, sull’oppressione e sulla prepotenza potrà mai dirsi davvero in pace.
Il terrorismo è entrato ufficialmente nelle nostre vite l’11 settembre 2001 ma si era già annidato nella nostra società anni prima e negli anni ha accresciuto il suo rancore e rafforzato le sue motivazioni quando abbiamo iniziato a chiamare i nostri interessi esportazione di democrazia.
Il rifugio dal terrorismo non può essere la speranza perché la sicurezza non si raggiunge sperando ma costruendo. Sappiamo tutti cosa costruire: pace, democrazia, ponti. Eppure tutti cerchiamo di costruire la pace con la guerra e la democrazia con le armi, e così i nostri ponti saranno che di sabbia.
Non esiste alcuna giustificazione al terrorismo né alcuna pace esportata con le bombe. Qualsiasi civiltà che costruisce le sue relazioni con la violenza è potenzialmente a rischio.
Siamo nati nella parte giusta del mondo e lo chiamiamo terrorismo. Ci ha portato via la quotidianità, la sicurezza nel nostro mondo. Esattamente ciò che ha fatto l’Occidente. Chissà come lo chiamano lì allora.
Dediche 11 settembre 2001, messaggi per ricordare le vittime degli attentati e riflettere sull’essere umano
A voi che avreste dovuto lasciarci domani e che invece siete andati via ieri, a voi che la morte è arrivata all’improvviso nel mezzo di una giornata come le altre, o forse speciale. A voi, consegnati alla terra in modo violento e restituiti al cielo dalla malvagità umana. A voi che il vostro sacrificio ha ferito l’umanità intera che ancora non smette di sanguinare dall’11 settembre 2001. A voi la nostra memoria. A voi i nostri cuori.
C’è un po’ di noi nelle vittime dell’11 settembre e nei sopravvissuti, c’è un po’ dell’umanità intera in quegli attimi. Perché in fondo chiunque avrebbe potuto trovarsi lì e piangere una vita che non avrebbe più vissuto. Senza avere colpe. In un giorno qualsiasi di fine estate. Così.
Leggo gli ultimi messaggi delle vittime dell’11 settembre e mi chiedo cos’è andato storto nella storia dell’uomo negli ultimi cento anni, cos’ha bloccato l’evoluzione e l’ha dirottata verso il nulla, se meritiamo davvero quest’esistenza.
L’uomo ha scelto l’odio, e l’odio ha trasformato i suoi giorni. L’uomo ha scelto la violenza, e la violenza ha corroso il suo animo. L’uomo ha scelto la sopraffazione, e la sopraffazione gli si è rivoltata contro. In memoria delle vittime dell’11 settembre ricordiamo che siamo ciò che facciamo, e saremo ciò che abbiamo fatto, non solo alla nostra cerchia dei nostri amici ma a tutti coloro che abbiamo incrociato nel nostro cammino.
Nessuna parola potrà mai trasmettere l’offesa dell’11 settembre all’umanità intera, il furto della nostra quotidianità, il crollo delle nostre certezze, la paura innescata dal terrore che ha lentamente trasformato le nostre giornate. Vite spezzate in un giorno qualunque, anime consegnate al cielo troppo presto e senza alcuna colpa. Ancora piangiamo i nostri morti, e l’antidoto della memoria a volte sembra non funzionare.