Michela Murgia Accabadora, frasi belle su famiglia, amicizia e società
Ci sono posti dove la verità e il parere della maggioranza sono due concetti sovrapponibili e, in quella misteriosa geografia del consenso, Soreni era una piccola capitale morale.
Fillus de anima. È così che li chiamano i bambini generati due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di un’altra.
Insieme come erano arrivati, tornarono a casa fianco a fianco, del tutto incuranti di dare alle bocche di Soreni l’ennesima occasione di parlare di niente
Maria e Andrìa nella scena finale
Io ti vorrei indietro in tutti i modi, basta che non sia morto (Tzia Bonaria Urrai).
Frasi Michela Murgia Accabadora, riflessioni su morte e lutto, perdono e vendetta
A rubarle l’abito da sposa era stata la guerra.
Ci sono cose che si sanno e basta, e le prove sono solo conferma; fu con l’ombra netta di un’intuizione che sua madre Bonaria Urrai era morta.
Il buio, a modo suo, è già una forma di perdono.
Il lutto di una famiglia risvegliava la memoria mai sopita di tutti i singoli pianti passati.
La parola eroe era il maschile singolare della parola vedove.
Le colpe, come le persone, iniziano a esistere se qualcuno se ne accorge.
Se uno non può riavere quello che gli è stato preso, può fare in modo che il ladro non se lo goda (Nicola Bastìu).
Pensieri su povertà e modi di dire popolari da Accabadora
Da povera sì era fatta misera, imparando a fare il bollito – diceva – anche con l’ombra del campanile.
L’uccello che non becca ha già beccato (Tzia Bonaria Urrai).
Non dire mai: di quest’acqua io non ne bevo. Potresti trovarti nella tinozza senza manco sapere come ci sei entrata.
Tzia Bonaria Urrai
Una volta in croce tutti i ladroni diventan buoni.