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Frasi di Simone Weil su Dio e religione: gli aforismi più belli

Frasi su Dio di Simone Weil: rapporto con il Padre Eterno e insegnamenti

La totalità dello spazio, la totalità del tempo interpongono il loro spessore e pongono una distanza infinita fra Dio e Dio (L’amore di Dio)

Non è forse la massima sventura, quando si lotta contro Dio, quella di non essere vinto? (L’ombra e la grazia)

Persino la parola accettazione è troppo debole. Si deve desiderare che tutto ciò che è avvenuto sia avvenuto, e null’altro. Non perché ciò che è avvenuto è un bene a nostro modo di vedere, ma perché Dio lo ha permesso e perché l’obbedienza degli eventi a Dio è in sé un bene assoluto (Attesa di Dio)

Se si potesse supporre che Dio può sbagliare, direi che tutto ciò è capitato a me per errore. Ma forse Dio si compiace di utilizzare le scorie, gli scarti, i rifiuti. Dopotutto, anche se il pane dell’ostia fosse ammuffito, diventerebbe ugualmente il corpo di Cristo dopo che il prete lo ha consacrato (Attesa di Dio)

Talvolta anche, mentre recito il Padre nostro oppure in altri momenti, Cristo è presente in persona, ma con una presenza infinitamente più reale, più toccante, più chiara, più colma d’amore della prima volta in cui mi ha presa (Attesa di Dio)

Citazioni di Simone Weil sulla religione e su Marx

Il concetto di morale laica è un’assurdità appunto perché la volontà è impotente a produrre la salvezza. Ciò che si chiama morale, infatti, fa appello solo alla volontà, e proprio a ciò che essa ha, per così dire, di più muscolare. La religione invece corrisponde al desiderio, ed è il desiderio che salva (Attesa di Dio)

Karl Marx si è lasciato andare, lui, il non conformista, a un inconsapevole conformismo alle superstizioni più infondate della sua epoca, cioè il culto della produzione, il culto della grande industria, la credenza cieca nel progresso. Ha così fatto al contempo un grave torto durevole e forse irreparabile – in ogni caso difficile da riparare – allo spirito scientifico e allo spirito rivoluzionario (Sulle contraddizioni del marxismo)

La superstizione moderna del progresso è un sottoprodotto della menzogna con la quale si è trasformato il cristianesimo in religione romana ufficiale […]. Più tardi l’idea di progresso si è laicizzata; e ora è il veleno della nostra epoca (La prima radice)

Non la religione, ma la rivoluzione è oppio del popolo (L’ombra e la grazia)

Un cambiamento di religione è per l’anima come un cambiamento di lingua per lo scrittore (Attesa di Dio)

Aforismi di Simone Weil sull’uomo e sui suoi obblighi nel mondo e verso gli altri

È eterno solo il dovere verso l’essere umano come tale. Quest’obbligo è incondizionato. Se esso è fondato su qualcosa, questo qualcosa non appartiene al nostro mondo. Nel nostro mondo, non è fondato su nulla. È questo l’unico obbligo relativo alle cose umane che non sia sottomesso a condizione alcuna. Quest’obbligo non ha un fondamento, bensì una verifica nell’accordo della coscienza universale (La prima radice)

I beni più preziosi non devono essere cercati ma attesi. L’uomo, infatti, non può trovarli con le sue sole forze, e se si mette a cercarli troverà al loro posto dei falsi beni di cui non saprà neppure riconoscere la falsità (Attesa di Dio)

Il fatto che un essere umano possieda un destino eterno impone un solo obbligo, il rispetto. L’obbligo è adempiuto soltanto se il rispetto è effettivamente espresso, in modo reale e non fittizio; e questo può avvenire soltanto mediante i bisogni terrestri dell’uomo (La prima radice)

La sola scelta che si pone all’uomo è quella di legare o meno il proprio amore alle cose di quaggiù (L’amore di Dio)

Solo una parte del male di cui soffriamo è da attribuire al fatto che il trionfo dei movimenti autoritari e nazionalisti distrugge un po’ dovunque la speranza che uomini onesti avevano riposto nella democrazia e nel pacifismo; esso è ben più profondo e ben più vasto. Ci si può chiedere se esista un àmbito della vita pubblica o privata dove le sorgenti stesse dell’attività e della speranza non siano avvelenate dalle condizioni nelle quali viviamo. Il lavoro non viene più eseguito con la coscienza orgogliosa di essere utile, ma con il sentimento umiliante e angosciante di possedere un privilegio concesso da un favore passeggero della sorte, un privilegio dal quale si escludono parecchi esseri umani per il fatto stesso di goderne, in breve un posto (Riflessioni sulle cause della libertà e dell’oppressione sociale)